Malasanità alle Molinette: "Morso dalle blatte mentre ero ricoverato"

Era ricoverato in One day surgery dopo l’operazione a cui si è sottoposto all’ospedale di Torino.

L’intervento è andato a buon fine e avrebbe passato lì solo una notte per precauzione prima di tornare a casa. “Erano le quattro del mattino, – racconta a La Stampa – stavo dormendo. A un certo punto mi sono svegliato. Avevo un pizzicore al braccio. Il tempo di aprire gli occhi, accendere la luce, e ho visto che avevo uno scarafaggio addosso. Era lungo circa sei centimetri”, racconta Alessio, che è saltato giù dal letto e ha schiaccia senza repulsione alcuna l’insetto prima di chiamare l’assistenza. Nel frattempo, mentre faceva foto e video dall’incredulità di trovare il parassita in una stanza di ospedale, ne ha visto spuntare un altro.

L’infermiere accorso si sarebbe rifiutato per il ribrezzo di raccogliere la blatta e avrebbe detto che ci avrebbe pensato il personale delle pulizie il giorno dopo. L’uomo si è cosi rassegnato a riaddormentarsi con i resti dell’animaletto accanto, ma il mattino seguente si è svegliato con la pelle arrossata e il braccio gonfio in più zone, forse per il morso dello scarafaggio, a tal punto da dover prendere degli antibiotici.

In quel momento, racconta, decide di non voler far finta di nulla e pensa di rivolgersi all’avvocato per reclamare la giusta pretesa di essere curato in un ambiente sterile, soprattutto dopo un’operazione delicata: “Mi dispiace, ma non è una cosa concepibile. Io lavoro sulle navi da crociera, ho girato tutto il mondo. Ma una cosa del genere non l’avevo veramente mai vista in un ospedale”.

Giovanni La Valle, direttore sanitario delle Molinette riferisce, però, che al caposala non sarebbe arrivata nessuna segnalazione: “Ma in ogni caso lunedì, quando riaprire il reparto che è chiuso nel week end, faremo tutte le verifiche del caso”, assicura, “Malgrado le deblattizzazioni siano costanti, così come la nostra attenzione al tema, il fatto che la struttura abbia cent’anni di vita non aiuta. In ogni caso ne disporremo subito un’altra. E chiediamo al signor Uberti di contattarci al prima in modo da poterlo ascoltare”.

Il Giornale

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