Violenza sessuale in ospedale, chiuse le indagini sull'infermiere

Violenza sessuale all’ospedale di Macerata, chiuse le indagini per l’infermiere. Dovrà rispondere anche di peculato e falso in atto pubblico. Da una perizia fatta svolgere dalla procura è emerso che la vittima, una ragazza di circa 30 anni, era in condizioni psichiatriche precarie e l’infermiere, un 47enne, avrebbe approfittato di questa condizione della donna per avere con lei un rapporto sessuale.

L’indagine, coordinata dal procuratore Giovanni Giorgio, è stata condotta dalla Squadra mobile di Macerata. Due gli episodi di violenza sessuale contestati. Il primo risale al 6 luglio del 2018 e in quel caso la procura parla di atti di sessuali, la seconda invece sarebbe avvenuta il 10 luglio, nella notte. Secondo quanto è emerso nel corso delle indagini, l’infermiere, che all’epoca era in servizio al reparto di Psichiatria dell’ospedale, avrebbe convinto una paziente, approfittando della condizione psichica della giovane, ad avere con lui un rapporto sessuale completo che sarebbe stato consumato all’interno di uno spogliatoio dove l’infermiere aveva sistemato un materasso.

La paziente aveva sporto denuncia per quello che era accaduto ed erano partite le indagini. L’ospedale aveva in seguito sospeso l’infermiere per trenta giorni. La procura oltre alla violenza sessuale, contesta all’uomo anche il peculato perché nei due armadietti a lui in uso erano stati trovati diversi medicinali di proprietà dell’ospedale. Altra contestazione è quella di falso: avrebbe scritto sulla cartella clinica della ragazza di averle somministrato alle 21 del 10 luglio, la dose giornaliera di farmaci che le erano stati prescritti dal medico. Invece secondo gli inquirenti quei medicinali li avrebbe dati alla ragazza intorno alla mezzanotte di quel giorno, dopo aver avuto con lei un rapporto sessuale. Ultima contestazione l’aver attestato di essere sempre stato in servizio la notte del 10 luglio 2018 quando invece si era assentato per consumare un rapporto sessuale con la paziente. La procura ha concluso le indagini e ora l’indagato avrà venti giorni di tempo per presentare memorie difensive o chiedere di essere interrogato e dare la propria versione di ciò che è accaduto. L’infermiere è assistito dall’avvocato Tiziano Luzi.

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