Debora: l'Infermiera che ha aiutato gli altri fino agli ultimi giorni di vita

Debora era una donna forte che ha affrontato sempre la vita con sorriso, dedicandosi a chi ha avuto bisogno di cure senza mai risparmiarsi. Ma ora Debora non c’è più a causa di un male incurabile contro cui ha combattuto con coraggio per due anni. Come riporta Il Tirreno, martedì i famigliari hanno detto addio alla 48 enne all’ospedale di Piombino.

Infermiera del 118 di Grosseto, volontaria della Croce Rossa Italiana, una lunga esperienza operativa, Debora Pacini aveva solo 48 anni. Una donna generosa, vocata agli altri. Chi l’ha conosciuta e apprezzata – come amica, collega, oppure docente ai corsi di formazione per volontari soccorritori – ieri era affranto.

Debora Pacini ha mosso i primi passi nel campo medico come infermiera nell’azienda ospedaliera di SIena, per poi trasferirsi al Sant’Andrea di Massa Marittima e successivamente al 118 del Misericordia di Grosseto. Proprio nella città toscana ha svolto l’attività d’emergenza ed era tra i migliori del personale sanitario e volontario. Debora non era soltanto eccellente nelle tecniche operative ma dimostrava una partecipazione emotiva e controllata nel proprio lavoro.

Vincenzo Groccia la ricorda con affetto: “Debora era una professionista attenta, scrupolosa. […] L’ultima volta che l’ho incontrata aveva avuto una ricaduta, ma ha continuato sempre a lottare. Noi che operiamo in sanità a volte non siamo avvezzi, pronti, a convivere con una malattia. Lei invece ha sempre affrontato il suo nemico con grande dignità”.

Dopo l’operazione a cui era stata sottoposta, nonostante le terapie pensanti, aveva deciso di rimettersi subito a lavoro. Almeno fino a pochi giorni fa, dove i suoi colleghi l’hanno vista soffrire e lottare per la sua vita e i suoi pazienti.

Roberto Biagione ricorda un episodio in cui l’impeccabile intervento medico di Debora fu indispensabile per salvare la vita a un giovanissimo paziente:

“Ci allertarono per un bambino di 10 anni in grave stato di salute per un attacco epilettico. Debora fu la prima ad arrivare con l’ambulanza. Riuscì a stabilizzare la componente neurologica e respiratoria in modo rigoroso e, quando l’elicottero giunse sul posto per il rendez-vous, dovemmo solo imbarcare il piccolo e trasferirlo a Firenze senza bisogno di ulteriori manovre”.

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