Como dice sì agli infermieri da soli sulle auto del pronto soccorso. Nei giorni scorsi si è aperto un dibattito in tutta Italia sul sistema dell’emergenza-urgenza perché l’assessore regionale emiliano alla salute, un medico, è stato radiato dall’ordine per aver autorizzato, tramite delibera, l’operatività dei mezzi di soccorso con a bordo i soli infermieri.

«Qui da noi le auto infermieristiche, senza medici, sono da anni una realtà – spiega Dario Cremonesi, presidente dell’ordine degli infermieri di Como -, l’esperienza lombarda, l’Areu, crede in questo strumento che negli ultimi dieci anni ha già dato buoni risultati. La nostra città ha iniziato per prima per volontà del sindaco Mario Landriscina all’epoca responsabile del 118 a Como. La premessa però deve essere chiara: l’auto infermieristica nel sistema di emergenza-urgenza non deve essere un taglio, non deve sopperire alla mancanza dei medici».

Il personale infermieristico, laureato ed eventualmente dottorato, per effettuare questo genere di lavoro deve superare un corso ad hoc. Nella nostra regione, spiegano in un comunicato congiunto gli ordini degli infermieri di tutte le province lombarde, i pazienti soccorsi dall’auto infermieristica sono stati più di 300mila, solo nel 3% dei casi è stato necessario inviare un’automedica a supporto. Occorre infatti sottolineare che le auto con a bordo i soli infermieri hanno sempre e comunque alle spalle in caso di necessità gli altri mezzi di soccorso, hanno sempre un filo diretto con il personale medico e in cielo può sempre salire l’elisoccorso. «Certo, grazie alla tecnologia medici e infermieri sono in costante contatto – commenta Gianluigi Spata, presidente dell’ordine dei medici di Como -. L’occhio diagnostico del medico non manca mai e le due figure possono integrarsi al meglio. Sono tutti professionisti formati per l’emergenza, con competenze preziose. Credo che il dibattito sorto tra la Lombardia e l’Emilia Romagna abbia una radice purtroppo comune. In Italia c’è una grave carenza di medici preparati ad affrontare le urgenze, è difficile trovare professionisti pronti a salire sulle automediche. Non bastasse mancano anche gli infermieri, il numero dei nuovi laureati è insufficiente a coprire il fabbisogno».

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