Infermieri e medici del 118 devono stare insieme in ambulanza

La recente polemica insorta a livello nazionale circa il ruolo dell’infermiere SET 118, nel contesto della quale è oggetto di analisi, confronto e discussione l’eventualità che lo stesso possa somministrare farmaci in autonomia rispetto al medico, riflette, evidentemente, essenziale mancata consapevolezza di visione, ruolo e contesto fondativo di Sistema, laddove si intenda assicurare alla persona che “sta per morire” – come quanto meno doveroso, considerato che si discute di vita o di morte nell’arco temporale anche di pochi minuti – una risposta istituzionale di soccorso di autentica eccellenza.
 
La gestione reale, sul selciato della strada, nell’ostilità, complicata e complicante, di un qualsivoglia ambiente esterno, non certo dietro la scrivania o, ancora più comodamente, nel posticipo di fine carriera, della elevata complessità clinica di un paziente critico, ossia di un soggetto che versi in evidente, imminente pericolo di perdere la propria vita, impone che allo stesso venga assicurata, in contesto operativo tempo dipendente, diagnosi e terapia di emergenza, fattori cruciali potenzialmente salvavita, quindi in grado di fare, drammaticamente, la differenza, potestà specifiche , entrambe, con estrema chiarezza giuridicamente normate, che sono di esclusiva pertinenza medica, nonché profilo di assistenza clinica adeguato, potestà, giuridicamente normata, che è di peculiare pertinenza infermieristica.
Assurdo, irricevibile, pericolosissimo, aver consentito, da parte del legislatore nazionale e regionale, che siano stati legittimati modelli di Sistema 118 riguardo le cui operatività sui pazienti critici il medico e l’infermiere possano operare completamente disgiunti l’uno dall’altro, funzionalmente disaggregati, di fatto distanti tra loro e pertanto, nel binomio imposto dalla criticità stessa dell’emergenza al fine di assicurare le indispensabili competenze professionali  avanzate integrate, distanti rispetto al paziente.

Assurdo non aver stabilito, da parte del legislatore, quale doverosa garanzia di standard prestazionale di soccorso da assicurare sul territorio nazionale ai pazienti critici – con carattere di chiarezza e di certezza – e quindi, potenzialmente, a 60 milioni di italiani, un indice di medicalizzazione ed al contempo di infermierizzazione degli equipaggi del Sistema 118,  che assicuri, a livello dei vari territori regionali, un livello di cure realmente omogeneo e di concrete “pari possibilità di accesso”, come peraltro in piena conformità ai principi sanciti dalle politiche di qualità in Medicina e dai LEA, per tutti i cittadini.

Medico ed infermiere del Sistema 118 devono stare insieme.

Non è assolutamente ininfluente, per un morente, ai fini delle probabilità concrete di sopravvivenza, ricevere, oppure non ricevere, il soccorso di un medico insieme a quello dell’infermiere.

È letteralmente impensabile che uno stesso cittadino italiano, a seconda di dove possa sentirsi male, ed eventualmente versare in pericolo di perdere la propria vita, venga a ricevere un profilo di risposta organizzata, pianificata, di soccorso istituzionale del SET 118 da parte di equipaggi in cui, a seconda dei modelli, in condizioni di risposta prevista dai vari assetti, non vi sia né il medico né l’infermiere, oppure vi sia l’infermiere ma non il medico, oppure siano presenti sia il medico che l’infermiere.
Ingiustificabile, da parte di alcune regioni, non aver neanche previsto le piante organiche mediche dei rispettivi Sistemi 118.

Il Sistema 118 nasce storicamente, a Belfast, negli anni 60, per ridurre le morti evitabili riducendo significativamente l’intervallo libero da terapia (Therapy Free Interval) e non come mero sistema di trasporto dei pazienti. Nasce, quindi, centrato politicamente sulla esigenza cruciale di anticipare, in caso di elevata criticità clinica del paziente, il momento diagnostico e terapeutico, quindi un atto che non può non concepirsi quale innanzi tutto medico.

La stessa funzione di  ”supervisione” delle attività di soccorso della Centrale Operativa 118 è affidata, dal legislatore, al “medico di Centrale”, che non può affatto concepirsi svincolato dalla funzione di “medical control on line” di tutti gli interventi di soccorso intanto a partire da quelli a più evidente elevata criticità.

La riforma legislativa nazionale del Sistema 118, per la cui realizzazione la SIS 118 rende disponibili i propri standard di settore, frutto di attività più che ventennale, con piena responsabilità di risultato dei Sistemi 118 del Paese, è obiettivo della sanità nazionale che riteniamo cogente, irrinunciabile ed improcrastinabile, e che proprio le recenti vicende di cronaca, evidenziano quale indispensabile e determinante per la tutela della salute pubblica e di ciascuno.

Il Governo ed il Ministro Grillo attivino al più presto i lavori.

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