Chicago, sparatoria in ospedale: tra le vittime anche un'Infermiera

Quattro morti in una sparatoria al Mercy Hospital di Chicago. Un’altra strage americana, con una dinamica ancora da chiarire fino in fondo. Le vittime sono l’aggressore, un bianco non ancora identificato, la dottoressa Tamera O’Neal, 38 anni, che con il killer aveva avuto una relazione; l’infermiera 25enne Dayna Less, tirocinante in farmacia, e l’agente, Samuel Jimenez, 28 anni, padre di tre bambini, dall’anno scorso assunto dalla locale forza di polizia. La ricostruzione dei fatti poggia su alcune testimonianze raccolte dai media di Chicago. Nel pomeriggio di lunedì 19 novembre, intorno alle 15.15 (le 22.15 in Italia) un uomo è stato visto entrare nel parcheggio dell’ospedale, nella zona sud della città. Ha cominciato a discutere, ma senza alzare la voce, con una donna. All’improvviso l’aggressore ha puntato un’arma, non si sa ancora di quale calibro, al petto di Tamera O’Neal, colpendola tre volte e poi ancora, altre tre, quando già era a terra, fino a ucciderla. In quel momento è sopraggiunto Jimenez alla guida di un Suv: anche lui è stato investito dai proiettili. Ricoverato in condizioni critiche, è morto qualche ora dopo per la gravità delle ferite riportate. Subito dopo il killer è entrato nel nosocomio, sparando a caso, e freddando Dayna Less mentre usciva dall’ascensore.
Allarme immediato e, inevitabilmente, panico. Il personale ha cercato di governare la situazione, chiudendo i pazienti nei reparti. Ma molti hanno provato a fuggire, compresi, secondo i siti dei giornali locali, alcuni malati con le sedie a rotelle. Il pronto soccorso è stato chiuso, attivando i dispositivi di sicurezza. La polizia è intervenuta in forze, identificando e uccidendo l’assalitore. Chicago, terza città degli Stati Uniti, è afflitta da anni dalla violenza, specie nel South Side, il quartiere in cui si trova il Mercy Hospital. Nel 2017 ci sono state 2785 conflitti a fuoco e 675 omicidi, un numero superiore a quelli registrati a New York e Los Angeles messe insieme. Nel Paese continua la scia di stragi. Solo nell’ultimo mese le 12 persone uccise in un bar a Thousand Oaks in California, il 7 e 8 novembre e, prima ancora, gli undici fedeli della comunità ebraica nella Sinagoga di Pittsburgh, il 27 ottobre scorso. Poi ci sono le sparatorie che spesso passano inosservate. Sempre ieri, per esempio, nel centro di Denver in Colorado, scontro a fuoco per strada: un morto e quattro feriti.
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