Dialisi: nuovi modelli e responsabilità per gli Infermieri

Al 22° NephroCare Annual Meeting, domenica scorsa a Napoli, la presidente della Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche (FNOPI), Barbara Mangiacavalli, ha ribadito la necessità di puntare su ricerca e modelli innovativi in materia di trattamento dialitico, responsabilità sanitaria e appropriatezza prescrittiva.
Nel corso di un confronto con società scientifiche, ordini professionali e associazioni di pazienti, Mangiacavalli ha spiegato che “i tempi sono maturi per avviare progetti di emodialisi domiciliare assistita in modo uniforme in tutte le regioni, progetti che vedano l’infermiere protagonista come del resto lo è già: dalla preparazione dell’apparecchiatura, alla gestione delle complicanze tecniche fino alla conclusione del trattamento, passando per il monitoraggio dei parametri clinici e la cura della sfera relazionale, fino alla prevenzione e gestione delle complicanze”. Anzi, per la Fnopi è fondamentale investire di più anche sulla sfera della pre-dialisi e della corretta alimentazione per chi soffre di insufficienza renale: progetti pilota in Lombardia stanno già dimostrando che si può ritardare anche di un anno l’inizio della dialisi vera e propria seguendo adeguate diete e corretti stili di vita sotto lo stretto monitoraggio di personale sanitario esperto e adeguatamente formato.
Anche per Giuliano Brunori, presidente della Società Italiana Nefrologia (SIN), “gli infermieri sono gli interlocutori privilegiati” di chi soffre questa patologia, che apprezza la vicinanza non solo professionale ma anche umana nella delicata fase della dialisi. “Spesso dividete più tempo con i pazienti che con i vostri familiari”, ha dichiarato Brunori rivolgendosi ai tanti infermieri convenuti al Meeting organizzato da Nephrocare (evento accreditato Ecm).
Sottolineata, nel corso della giornata, anche l’importante inserimento della Società Infermieri Area Nefrologica (SIAN) tra quelle che hanno superato la valutazione del Ministero della Salute nel corso del biennale aggiornamento dell’elenco delle società scientifiche e delle associazioni tecnico-scientifiche delle professioni sanitarie.
Focus infine sui contenuti e sugli effetti della legge 24/2017 sulla responsabilità sanitaria. Cambia infatti il ruolo degli infermieri nella gestione del risk management, riferibile a tutto ciò che riguarda la gestione di eventuali procedure riguardanti denunce o malfunzionamenti del sistema nell’ambito di quelli che saranno i nuovi centri regionali per la gestione del rischio. C’è maggiore coinvolgimento e un implemento delle responsabilità di questi ultimi nella gestione manageriale.
L’infermiere quindi assume un peso tutto nuovo e ben maggiore dal punto della responsabilità, ma anche da quello dell’accertamento della stessa. Per questo la Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche ha recentemente concluso con il Consiglio superiore della Magistratura e con il Consiglio nazionale forense un protocollo d’intesa perché gli infermieri possano essere periti e consulenti dei Tribunali. Obiettivo è proprio quello di applicare la legge 24/2017 per quanto riguarda la professione con “parametri qualitativamente elevati per la revisione e la tenuta degli albi – come è scritto nello stesso protocollo – affinché, in tutti i procedimenti civili e penali che richiedono il supporto conoscitivo delle discipline mediche e sanitarie, le figure del perito e del consulente tecnico siano in grado di garantire all’autorità giudiziaria un contributo professionalmente qualificato e adeguato alla complessità che connota con sempre maggiore frequenza la materia”. In sostanza la Magistratura riconosce le competenze specialistiche degli infermieri, delle quali quelle in dialisi rappresentano un vero e proprio caposaldo.
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