Nel 2019 arriva l'Infermiere di famiglia a Lucca

Sessantasei anni, una vita nell’arborato cerchio e una passione che nel tempo è diventata professione: la medicina. Parliamo di Guglielmo Menchetti, lucchese doc, da febbraio direttore del dipartimento della Medicina Generale dell’Asl nord ovest. In pratica è il dottore dei dottori, ovvero la persona che – di concerto con l’azienda – organizza l’attività dei circa 1.000 medici di famiglia presenti sul territorio dell’aslona Pisa-Livorno-Massa-Viareggio-Lucca. Lo abbiamo incontrato per scoprire problematiche e iniziative affrontate da questa particolare categoria di lavoratori, liberi professionisti al servizio del pubblico.
I medici di famiglia svolgono un ruolo centrale nel sistema sanitario: garantiscono la continuità assistenziale ospedale-territorio, fanno da “filtro” al pronto soccorso, sono sentinelle pronte a registrare salute e malori dell’utente-cittadino e a fornire le prime cure. In futuro addirittura prima che i sintomi si manifestino: «Sì – dice Menchetti – questo è un aspetto che riguarda la cosiddetta “medicina di iniziativa”, un modello di gestione delle malattie croniche che non aspetta il cittadino in ospedale (sanità di attesa), ma gli “va incontro” prima che le patologie insorgano o si aggravino, puntando sul monitoraggio dei livelli di rischio, sulla prevenzione e sull’educazione. È un aspetto su cui contiamo di lavorare nei prossimi anni».
Tra le novità che a più stretto giro di posta i cittadini potranno toccare con mano c’è il cosiddetto “infermiere di famiglia”: «In pratica le aggregazioni funzionali territoriali in cui sono suddivisi i medici di famiglia (40 in tutta l’aslona) in futuro saranno dotate di un infermiere – spiega Menchetti – È una novità che a partire dal 2019 adotteremo in via sperimentale in alcune aree, tra cui l’aggregazione funzionale territoriale (aft) di medici di Lucca di cui faccio parte: l’infermiere sarà pagato dall’azienda sanitaria e si affiancherà ai medici di medicina generale, coadiuvandoli sia in ambulatorio sia a domicilio. Potrà, ad esempio, far visita a un paziente che ha bisogno di un cambio di flebo o di un’iniezione».
C’è poi la delicata questione del ricambio generazionale che si scontra con un problema di numeri: troppo pochi i neolaureati sfornati dalle università e ancor più basso il numero dei posti messi a disposizione dalla Regione per diventare medici di famiglia. «Sì – prosegue Menchetti – il problema si presenterà in misura significativa già a partire dal biennio 2022-2023. I posti vengono assegnati sulla base di una graduatoria che ormai è in via di esaurimento, tant’è che per sostituire chi è andato in pensione negli ultimi anni già adesso sono state prese persone molto in là con gli anni che finora avevano fatto tutt’altro. Attualmente ogni medico può seguire fino a un massimo di 1.500 pazienti ma in futuro non sarà semplice garantire questa soglia». La Regione dovrà pensare a come affrontare la questione quanto prima.
Altro tema interessante è legato alle cosiddette “prescrizioni inappropriate”, ovvero alla spesa che la Regione sostiene per farmaci eccessivamente costosi prescritti dai medici di famiglia. «L’Asl nord ovest, Lucca compresa, aveva un problema di questo tipo – spiega Menchetti – In pratica eravamo fuori budget per la spesa farmaceutica: in particolare per prodotti a base di vitamina D usati per l’osteoporosi o per inibitori di pompa usati per il reflusso. Uno degli obiettivi che mi sono posto in accordo con la direttrice generale dell’Asl Maria Teresa De Lauretis era quello di rientrare nei parametri. Non è stato semplice ma quest’anno abbiamo risparmiato 1,8 milioni di euro e l’obiettivo è chiudere l’anno con un -2,5 milioni di spesa rispetto all’anno precedente. Come abbiamo fatto? Nessun taglio drastico. Faccio il medico da 40 anni e conosco il problema. Ho semplicemente parlato con i medici, ho lavorato con i coordinatori delle organizzazioni funzionali territoriali e ho incontrato i farmacisti: ho cercato di far passare il messaggio che in molti casi esistono farmaci equivalenti meno costosi che svolgono la stessa funzione dei prodotti di riferimento più cari. L’aft di Lucca è riuscita a diminuire di circa il 5% rispetto all’obiettivo di budget che ci eravamo dati: siamo secondi dietro l’Elba».
In futuro Menchetti medita di rivedere il ruolo delle vecchie guardie mediche: «Esiste già una continuità assistenziale diurna ma non ha i numeri che speravamo – dice – Invece potrebbe diventare una risorsa molto utile per assistere i medici di medicina generale nella gestione, anche a domicilio, delle piccole acuzie».
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