Furia del Raganello: Infermieri e Medici che hanno "chiuso la porta" alla morte

Ti ho scaldata col cuore eri sveglia mi hai guardato con i tuoi splendidi occhi pieni di lacrime. Come ti chiami? e tu con la voce tremante sono Chiara. Chiara io sono Sandro ti ho tagliato la muta tolto il casco, ti ho asciugata e ora ti sto riscaldando. Al braccio ho messo anche una flebo calda. Non preoccuparti stiamo controllando come respiri non avere paura ci sono io al tuo fianco, prometto che ti tengo la mano per tutto il viaggio che faremo in elicottero fino all’ospedale di Cosenza. Poi la carezza della mia mano. Forza Chiara al Gemelli continueranno il lavoro che abbiamo inziato».
Questo infermiere specializzato si chiama Sandro Ganzino e lavora da una vita nel Suem 118, in postazione – così si dice – ossia sulle ambulanze e anche sull’elisoccorso. E’ responsabile del centro formazione IRC EMT (Italian Resuscitation Council – Emergency medical training ), la rianimazione cardiopolmonare. Lui rappresenta quegli eroi di cui poco si parla, quasi fosse scontato che ci sono e salvano le vite umane perchè è il loro lavoro. Oggi tramite Sandro vogliamo dire grazie a tutti i sanitari del 118 della provincia di Cosenza, che in silenzio operano e salvano le vite. Sì, certo, nelle Gole del Raganello a recuperare feriti e, purtroppo vittime, c’erano i vigili del fuoco grandi professionisti del soccorso, e il soccorso alpino, ma il dopo, quello di far rimanere in vita i feriti è compito dei sanitari del 118, medici e infermieri che viaggiano a velocità spedita sulle ambulanze, sugli elicotteri e rischiano la vita per salvare quella degli altri. Senza dimenticare poi la professionalità e l’impegno degli autisti delle ambulanze 118, pronti a spingere sull’acceleratore per vincere il tempo, i piloti e i tecnici dell’elisoccorso con i loro atterraggi e trasporti al di là di ogni limite e i medici  e gli infermieri nei vari ospedali.
I miracoli li fanno anche e soprattutto i sanitari del 118 quando gli viene consegnato dai soccorsi il ferito. A loro il compito di stabilizzare le funzioni vitali del paziente, a loro il compito di farli arrivare vivi in ospedale ed affidarli alle cure sanitarie giuste. A loro il compito di tenere attaccato il filo dell vita di chi potrebbe tagliarlo. Medici e infermieri nella tragedia del Raganello hanno portato avanti un soccorso esemplare nella velocità, nei tempi di soccorso, nei trasferimenti. Da indiscrezioni sappiamo che la notte, e al bisogno, hanno aiutato i soccorritori stanchi, che dovevano attingere forze che iniziavano a mancare per continuare le ricerche.
Sandro ha agito in umiltà, nel silenzio e come lui tutti gli operatori del 118. Solo dopo la passata allerta, timidamente ha postato su Facebook il suo pensiero e il suo abbraccio da padre e soccorritore a Chiara; un pensiero pubblicato, certamente, a nome di tutti gli operatori del 118 che in quelle ore frenetiche di soccorso si sono prodigati per potare a casa “il bottino” maggiore di vite. Una bella sfida che quasi sempre vincono perchè sono bravi, sono professionali e hanno tanta esperienza nelle mani e nella conoscenza del corpo umano e tanta umanità nel cuore. Ed oggi ci è sembrato giusto “rubare” quel post di Facebook e dire grazie anche a loro a cui poco spazio viene dato.
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