Aggredì Infermiere a Bergamo: individuato l'aggressore

Il 31 luglio scorso un gruppo di circa trenta ROM ha fatto irruzione al pronto soccorso dell’ospedale S. Papa Giovanni XXIII di Bergamo accompagnando una minore, della stessa etnia, bisognosa di cure di pronto soccorso per una seria ferita accidentale ad una mano.
Nell’occasione, richiedendo cure immediate per la loro familiare, è nato un alterco con il personale sanitario di servizio, intento a valutare la gravità della lesione riportata dalla minore, in quanto accusato di non essere tempestivo nell’intervento.
Nel corso della discussione, uno dei Rom ha colpito al volto un infermiereche stava cercando di fare uscire all’esterno del padiglione di pronto soccorso tutti i soggetti non bisognosi di cure.
Nell’immediatezza del fatto sono intervenute le volanti ed una pattuglia dell’Arma dei Carabinieri ed investigatori della dipendente Squadra Mobile.
La tempestività dell’intervento ed i successivi mirati approfondimenti investigativi hanno permesso di individuare l’autore dell’aggressione, allontanatosi ancor prima dell’arrivo della Polizia di Stato e circoscrivere le responsabilità di un secondo individuo relativamente al turbamento della regolare attività del Pronto Soccorso.
Si tratta, rispettivamente, di due componenti della famiglia HUDOROVICH-NICOLINI, stanziali nella bassa bergamasca a cui si è arrivati attraverso l’acquisizione d’informazioni da parte dei testimoni presenti la sera 31 luglio e grazie all’importante patrimonio informativo della Squadra Mobile sui soggetti di etnia ROM presenti sul territorio bergamasco.
I due soggetti, convocati questa mattina in Questura hanno ammesso le proprie responsabilità in ordine ai fatti accaduti giustificando il loro comportamento a causa di un presunto ritardo nella prestazione delle cure che avrebbe, a loro dire, comportato un aggravamento della situazione sanitaria della bambina.
Gli stessi sono stati rispettivamente deferiti all’Autorità giudiziaria per violenza a pubblico ufficiale ed interruzione di pubblico servizio.
Sul caso sono intervenuti i parlamentari bergamaschi della Lega Simona Pergreffi e Daniele Belotti: “Ci complimentiamo con la questura di Bergamo per le veloci indagini sui responsabili dell’aggressione al Pronto soccorso dell’Ospedale Giovanni XXIII che ha visto coinvolta una trentina di rom” dichiarano i parlamentari leghisti Simona Pergreffi e Daniele Belotti.
“Non appena diffusa la notizia dell’aggressione a un infermiere e all’invasione nella shock room – continuano Pergreffi e Belotti – avevamo presentato un’interrogazione ai ministri della Salute e dell’Interno per chiedere che fossero individuati al più presto e denunciati per aggressione e interruzione di pubblico servizio oltre a prevedere un rinforzo della sorveglianza del pronto soccorso al fine di tutelare la sicurezza degli operatori sanitari. Non possiamo che essere soddisfatti: in pochi giorni la questura ha identificato tutti i rom della nota e pluripregiudicata famiglia Nicolini – Hudorovic e denunciati i due autori dell’aggressione all’infermiere, inoltre il ministro Giullia Grillo ha lanciato l’idea di utilizzare i militari per la vigilanza degli ospedali, troppo spesso teatro di aggressioni a medici e infermieri”.
“Quello che hanno commesso i rom al pronto soccorso del Giovanni XXIII – concludono Pergreffi e Belotti – è grave e merita ora da parte delle autorità giudiziarie la massima severità per dare un segnale chiaro di tutela verso gli operatori sanitari e gli utenti dei pronto soccorsi anch’essi vittime spesso delle prevaricazioni di bande di nomadi ed extracomunitari”.
Anche Alberto Ribolla, Deputato della Lega e Capogruppo in Consiglio Comunale a Bergamo è intervenuto: “Mi complimento vivamente con la Questura di Bergamo per aver individuato in pochissimo giorni gli autori dell’aggressione all’infermiere dell’Ospedale Papa Giovanni di Bergamo.
Ora – continua Ribolla, che insieme ai colleghi deputati bergamaschi aveva presentato un’interrogazione parlamentare sul tema – auspico che venga inflitta una pena esemplare ai responsabili dell’aggressione che, tra l’altro, non solo ha traumatizzato l’infermiere, a cui rinnovo la mia solidarietà, ma ha anche messo in pericolo la funzionalità del pronto soccorso e causato disagi agli utenti e al personale in quel momento presenti”.
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