Polizia e militari in corsia per difendere medici e Infermieri

Picchiati, aggrediti, in alcuni casi feriti anche con oggetti. Senza contare minacce e insulti. “Siamo come soldati al fronte, lasciati soli a combattere una guerra dove siamo noi stessi vittime insieme ai pazienti”, denunciava qualche giorno l’Anaao Assomed, Associazione medici e dirigenti del Servizio sanitario nazionale. Dopo i ripetuti casi di aggressioni a medici e infermieri nei pronto soccorso e negli ospedali italiani, il ministro della Salute Giulia Grillo ha annunciato un provvedimento per inasprire le pene. Non solo: Grillo ha parlato anche di presìdi di polizia e militari in corsia. Il governo sta studiando un intervento in tal senso.
“Le ripetute e gravissime aggressioni nei pronto soccorso e negli ospedali ai danni del personale sanitario non possono avere alcuna spiegazione e giustificazione. I fatti anche di queste ore confermano l’assoluta necessità di un intervento legislativo. Ho chiesto di presentare in Cdm un disegno di legge a tutela dei dipendenti del Ssn, con presidi di Forze dell’Ordine nelle strutture”.
“Il provvedimento – aggiunge la Grillo – prevede anche l’inasprimento delle sanzioni penali nei casi di aggressioni al personale Tra le altre misure propongo anche l’istituzione di un Osservatorio anti-violenze e una campagna di comunicazione e di informazione per i cittadini sul ruolo degli operatori sanitari”.
Il Consiglio dei ministri di venerdì 10 agosto esaminerà la proposta che potrebbe portare militari e polizia nei nosocomi. Alla luce delle recenti aggressioni al personale sanitario, sono state già individuate tre strutture in cui il progetto partirà: il Civico di Palermo, il Vittorio Emanuele di Catania e il Cardarelli di Napoli. Sull’utilizzo di militari negli ospedali c’è la contrarietà del Pd. “La ministra Grillo troverà il contributo del gruppo parlamentare del Pd al ddl per contrastare le ripetute violenze e aggressioni a danno dei professionisti della sanità, perché si tratta di un intervento quanto mai urgente, come ribadito dall’ordine dei medici e dei tanti professionisti”, dichiarano i deputati del Partito democratico Elena Carnevali e Paolo Siani. “Non riteniamo – continuano – che la soluzione adeguata sia la riproposizione di “Strade sicure” negli ospedali. Sappiamo bene che i militari non hanno alcun potere di intervento nei casi di reati. Piuttosto oltre all’aumento delle sanzioni, è opportuno verificare la possibilità che il personale medico, o almeno quello più esposto, possa essere considerato Pubblico Ufficiale, solo durante esercizio”.
Secondo un sondaggio di Anaao Assomed, il 65% dei dottori e infermieri ha dichiarato di essere stato vittima di un’aggressione. Una percentuale che cresce fino al 72,1% nel Sud e nelle isole. L’ultimo caso in ordine di tempo è quello di Crotone, dove un medico anestesista è stato malmenato dai parenti di un uomo di cui aveva comunicato il decesso.
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