OPI Sicilia: "Infermieri privati della propria autonomia e professionalità"

Il Coordinamento regionale Opi Sicilia interviene sul provvedimento di determinazione della rete ospedaliera 2018 e lo fa con una serie di rilievi critici inviati oltre che alle istituzioni regionali, a tutte le aziende – ospedaliere e sanitarie – della Regione e a tutti i sindacati oltre che a Cittadinanzattiva e alla Federazione nazionale Fnopi.

Il primo giudizio del Coordinamento sul provvedimento è di “arbitrarietà e lacunosità in ordine al formale riconoscimento delle professioni sanitarie infermieristiche”.

“In maniera del tutto incomprensibile – scrivono gli OPI nella lettera – abbiamo assistito allo svuotamento di contenuto della figura dell’infermiere, privato della propria professionalità, delle proprie responsabilità e della guadagnata autonomia”.

Secondo il Coordinamento “Appare sconcertante la mancata istituzione delle unità operative delle professioni sanitarie e del servizio sociale per ogni azienda ospedaliera. La gravissima lacuna della bozza, che si auspica possa essere colmata prima della definitiva approvazione, palesa infatti una visione antiquata della professione sanitaria relegata, ancora una volta, ad un ruolo subalterno alla classe medica”.

Unità operative che, spiegano, hanno lo specifico compito di espletare le importantissime funzioni previste dall’art. 2 della L.r. n. 5/2009:

– funzioni previste dalle norme istitutive dei relativi profili professionali e l’ottemperanza agli specifici codici deontologici e agli ordinamenti didattici utilizzando metodologie di pianificazione per il raggiungimento di obiettivi di assistenza e prevenzione, così come previsto dalla legge 10 agosto 2000, n. 251 e successive modifiche ed integrazioni;

– individuazione e realizzazione degli obiettivi dell’azienda sanitaria di appartenenza concorrendo ad assicurare, in particolare, la programmazione, direzione e gestione delle relative risorse umane nel rispetto dei criteri che sono previsti con apposito decreto dell’Assessore regionale per la salute, da emanare previo parere della competente Commissione legislativa dell’Assemblea regionale siciliana.

Il Coordinamento ribadisce che “la lacuna che stiamo evidenziando oscura del tutto il percorso di riforma delle Professioni Infermieristiche che si è concluso il 22 dicembre 2017 con l’approvazione definitiva della legge “Delega al Governo in materia di sperimentazione clinica di medicinali nonché disposizioni per il riordino delle professioni sanitarie e per la dirigenza sanitaria del Ministero della Salute”: una locuzione finalmente unificante nel solco della legge Gelli. Un traguardo inseguito per intere Legislature e faticosamente raggiunto nonostante la frapposizione di innumerevoli ostacoli nei confronti delle professioni infermieristiche, già istituite ma prive di relativo Albo professionale. Un traguardo che ha legittimato definitamente la professione di infermiere, e non solo, quali professionisti che hanno ultimato il processo di piena integrazione nell’ordinamento delle altre professioni intellettuali, nella loro accezione liberale”.

“Dobbiamo invece, leggendo l’attuale Rete Ospedaliera, constatare – prosegue la lettera – un silenzio assordante in merito al processo di qualificazione della figura dell’infermiere quale professionista autonomo nell’ambito delle ‘attività dirette alla prevenzione, alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva’”.
“Sembra proprio – afferma il Coordinamento – che il decisore politico sia rimasto impropriamente legato al ruolo ‘residuale’ che gli infermieri ricoprivano prima che iniziasse il processo che abbiamo tentato di riproporre sinteticamente e che ha conosciuto il proprio esito nella Riforma che ha trasformato i Collegi in Ordini ed istituito Albi e Ordini per le professioni sprovviste. Ma ciò che forse maggiormente sorprende – continua – è che sia stata del tutto tradita l’idea portante di questa importante Riforma corrispondente alla necessità adeguare il ruolo, l’ordinamento, la formazione delle professioni sanitarie non solo ai modelli più avanzati degli altri Stati europei ed extraeuropei ma anche all’evoluzione scientifica e tecnologica del Sistema Salute”.
“Pensiamo sia necessario – conclude la lettera – sottolineare il colpevole atteggiamento del decisore politico, per avere tradito il senso di un percorso riformatore ed aver violato, cosa molto più grave formalmente, una legge espressamente statuente l’obbligo per le regioni di valorizzare ed implementare le competenze del professionista infermiere”.
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