Trachea: primi impianti artificiali con tessuto aortico

Diversi pazienti che convivevano con una tracheotomia possono ormai respirare normalmente grazie alla ricostruzione della loro trachea con tessuti provenienti dall’aorta. Lo rivela la rivista medica americana Journal of the American Medical Association. All’origine degli interventi, mai tentati prima, un’equipe chirurgica di Parigi, che ha atteso anni prima di annunciare i risultati delle operazioni, compiute fra il 2009 e il 2017.
La scelta dell’equipe è stata quella di trasformare – attraverso “l’ingegneria dei tessuti” – le aorte, il più grande canale sanguigno del corpo umano, in trachee. Le aorte erano state in precedenza prelevate su donatori deceduti, conservate a – 80 gradi. Il loro tessuto è stato impiantato insieme con uno ‘stent’ al posto di una trachea che era stata espiantata. “E dopo – ha spiegato il professore Emmanuel Martinod, dell’ospedale ‘Avicenne’ di Bobigny (Parigi), in occasione del congresso della Società americana di patologia toracica a San Diego – è arrivata la sorpresa più grande: l’aorta si è trasformata in trachea”.
La trachea, ha spiegato l’esperto, “si è messa da sola ad assicurare le funzioni respiratorie. Nessuna magia, ma all’inizio nessuno ci credeva per davvero”. Su 20 pazienti selezionati, affetti da cancro o altre malattie, sette sono stati sottoposti a trattamento classico, senza trapianto di aorta. Degli altri 13, 5 hanno avuto la ricostruzione della trachea, 7 dei bronchi e l’ultimo della carena tracheale (la biforcazione fra i bronchi sinistro e destro). E sempre utilizzando un’aorta.
 
Fonte: ansa

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