Ruolo dell'OSS nella mobilizzazione del paziente

Senza ombra di dubbio l’OSS non agisce se prima non ha ricevuto indicazioni dalle figure professionali che lo subordinano; inoltre è necessario che collabori con tutta l’equipe sanitaria al fine di perseguire un unico obbiettivo. Ciò vuole significare che anche l’OSS deve essere informato sulla patologia del paziente, sui progetti di recupero dello stesso, sulle capacità residue e sulle attività che egli può compiere individualmente e quelle che invece deve assolutamente compiere con supervisione del personale.
L’operatore prima di iniziare qualsiasi procedura deve sempre documentarsi sulla situazione del paziente, su quali sono le principali precauzioni da adottare durante l’igiene del malato, durante i suoi trasferimenti ecc….Ad esempio se un paziente allettato, in un reparto di ortopedia, sottoposto di recente a un intervento di artroprotesi all’anca, deve mantenere in scarico l’arto operato per un numero svariato di giorni, andrà mobilizzato con la massima cautela, onde evitare che carichi sull’arto durante l’igiene, andrà scrupolosamente seguito sulle posizioni da mantenere nel letto e sulle manovre da eseguire durante i trasferimenti. L’OSS si deve attenere alle prescrizioni mediche e infermieristiche. Il ruolo dell’OSS non è quindi da sottovalutare se si considera che è la figura che sta più tempo a contatto con il paziente.

Le principali attività che l’OSS può eseguire nell’ambito della mobilizzazione.


Tutte queste attività vanno eseguite garantendo sempre un’adeguata sicurezza sia nei confronti del paziente per prevenire danni secondari a cadute, sia nei confronti dell’operatore per evitare infortuni dello stesso.
Attività assistenziali e mobilizzazione
Durante l’igiene:

  • Bisogna fare in modo di posizionare il paziente in una posizione confortevole.
  • Aiutarlo e accompagnarlo nella fase del sollevamento del corpo.
  • Le manovre devono essere delicate ma decise, non devono causare dolore al paziente.
  • Evitare di stirare eccessivamente le strutture muscolo tendinee, la cute laddove vi siano parti lese, le articolazioni immobili.
  • Cercare di coinvolgere il paziente e farlo collaborare sempre se vi sono capacità residue.


Nei cambi di postura

  • Evitare prese scorrette e poco sicure al fine di evitare infortuni per l’OSS e di far del male al paziente.
  • Valutare sempre la collaborazione del paziente, e se lo stesso è completamente immobile oppure non collaborante, chiedere l’intervento di un terzo operatore.
  • Informare sempre il paziente sulle manovre che si andranno ad eseguire; si otterrà in questo modo maggiore collaborazione.
  • Utilizzare eventuali ausili antidecubito.

    Nei trasferimenti
  1. Valgono senza dubbio le norme elencate in precedenza.
  2. In determinati pazienti si possono utilizzare particolari ausili quali sollevatori, cinghie con maniglie, dischi girevoli, teli senza attrito.
  3. Disporre la carrozzina vicino al letto, la poltrona, la barella, ecc.

    Nel trasporto
  • assicurare il paziente durante il trasporto con gli appositi dispositivi, se il paziente non è in grado di mantenere la postura da solo.
  • Disporre eventuali cateteri vescicali, sondini, flebo ecc. in una posizione sicura al fine di evitare che cadano o vengano trascinati sbadatamente a terra nella fase del trasporto.
  • Nella fase del trasporto evitare percorsi con dislivelli che possano mettere in pericolo la stabilità del mezzo di trasporto.
  • Assicurarsi che il paziente indossi calzature idonee e sicure ( no tacchi, no ciabatte scivolose, ma con suola in gomma antiscivolo.)

Fonte: www.biancofrancesco.altervista.org

Lascia un commento

Your email address will not be published.

non perdere

Nuovo CCNL: raddoppiare l’indennità specifica infermieristica

In questi giorni sono partite le contrattazioni per il rinnovo