Corso Siumb di Ecografia Infermieristica

L’ecografia è un modello perfetto del progresso delle tecnologie biomedicali cresciuto di pari passo con un crescente coinvolgimento dell’infermiere nei processi clinico-assistenziali del paziente spesso in condizioni di emergenza-urgenza.
La crescente disponibilità di apparecchi ecografici maneggevoli, con elevata qualità d’immagine e facilmente utilizzabili al letto del paziente, rappresenta la nuova sfida per l’infermiere che può servirsene efficacemente come ausilio in procedure invasive come il cateterismo vescicale o la ricerca di accessi venosi. L’ecografia aumenta significativamente la qualità assistenziale e non può che trovare crescente diffusione ed utilizzo da parte dell’infermiere chiamato ad assumere un ruolo sempre maggiore nella gestione del paziente.
Questa la motivazione alla base del del corso “Teorico di base di ecografia infermieristica” della Siumb, Società Italiana di Ultrasonologia in Medicina e Biologia, organizzato ad Ascoli Piceno in occasione del programma formativo della Società in collaborazione con la Federazione Nazionale Ipasvi, rappresentata dal presidente del Collegio di Ascoli Piceno Roberta Corradetti.
Durante la tavola rotonda finale del corso su “Quali percorsi formativi e organizzativi nell’ambito dell’Ecografia Infermieristica?” sono emerse progettualità innovative e uniche, condivise dai partecipanti: oltre a Roberta Corradetti, il presidente Siumb Stefania Speca, il past presidente Marcello Romano, Fabio Conti coordinatore infermieristico al Policlinico di Tor Vergata di Roma e Augusto Cedrone, della Scuola Siumb di Roma.
Siumb e Ipasvi hanno sottolineato la necessità di:

  • certificare i professionisti infermieristici, che già impiantano da diversi anni PICC e Midline, catetori venosi centrali e periferici, nelle diverse aziende sanitarie italiane, attraverso la stesura di appositi criteri di inclusione come il numero totale di impianti eseguiti, gli anni di esperienza, le conoscenze acquisite con la partecipazione a eventi formativi di pertinenza specifica accreditati Ecm con l’obiettivo di essere riconosciuti dall’azienda per cui lavorano per le specifiche responsabilità e competenze avanzate acquisite, comprovate e certificate;
  • prevedere che gli stessi professionisti, una volta certificate, possano a loro volta formare e certificare altri nuovi professionisti per impianti PICC e Midline;
  • prevedere una formazione complementare modulare, post laurea in ecografia infermieristica per procedure invasive, sulla base di programmi definiti tra ministero della Salute, Regioni e Province Autonome, da svolgere nell’ambito del Servizio sanitario regionale;
  • inserire nell’ambito del programma della formazione universitaria infermieristica la specialistica di ecografia relativa alle procedure invasive infermieristiche come il cateterismo vescicale, il posizionamento sondino naso gastrico e così via, per sensibilizzare gli studenti del terzo anno all’utilità e relativo utilizzo della metodica ecografica come strumento di supporto nella pratica infermieristica quotidiana.

“L’impiego dell’ecografia da parte del personale infermieristico – ha spiegato Roberta Corradetti – non vuole né sostituire né invadere l’ambito di lavoro di altri professionisti, ma tracciare e verificare l’appropriatezza della procedura invasiva eseguita sul paziente con l’obiettivo primario dell’infermiere di salvaguardare la sua salute nel senso più ampio del significato e come dovere deontologico e giuridico per ridurre la difficoltà procedurale di alcune manovre infermieristiche invasive con l’obiettivo di lavorare in sicurezza per raggiungere performance professionali migliori; aumentare la sicurezza delle manovre; ridurre le complicanze nei confronti del paziente, il suo stress e il disagio; migliorare la qualità e la sicurezza dell’assistenza infermieristica; aumentare la qualità percepita del paziente; diminuire eventuali sinistri e denunce per esecuzione di procedura errata”.
La Semeiotica Ecografica, ha detto ancora la presidente Ipasvi di Ascoli Piceno, si sta affermando come uno strumento utilissimo, ormai indispensabile per la valutazione e la diagnosi in molti ambiti infermieristici. In Italia sono già presenti da diversi anni e si vanno affermando team infermieristici per l’inserimento degli accessi venosi centrali a inserzione periferica PICC e Midline e “le evidenze scientifiche dimostrano che in molteplici interventi infermieristici invasivi, l’uso delle tecnologie ultrasoniche comporta un notevole vantaggio a livello di costo-efficacia e benefici con conseguente riduzione significativa delle complicanze”.
“Con l’ecografo – ha aggiunto – possiamo misurare, valutare, vedere e scegliere l’intervento più appropriato per i pazienti e attuarlo con il sostegno di una visione indiretta, che garantisce il successo delle procedure infermieristiche invasive con minori disagi e minori complicanze per i pazienti. Negli ultimi anni l’ecografia è diventata un mezzo multidisciplinare non solo di diagnosi, ma anche di supporto a procedure invasive terapeutiche. La non invasività fisica e biologica, la possibilità di essere realizzata al letto dell’utente e la semplice ripetibilità fanno dell’ecografia una metodica largamente apprezzata e diffusa sia in campo diagnostico sia in campo interventistico. E in questo quadro – ha concluso Corradetti – l’ecografia infermieristica ha 5 punti di forza a suo favore, soprattutto in una previsione di cambiamenti demografici della popolazione con relativa riorganizzazione regionale delle reti cliniche ospedaliere e territoriali: fattibilità, sicurezza, efficacia, efficienza e soddisfazione finale di pazienti e del personale infermieristico”.
 
Fonte: IPASVI

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