Sono dei bimbi-robot in grado di tossire, dire sì o no e simulare tutte le condizioni patologiche di un essere umano, dall’infarto del miocardio alla reazione allergica (con la lingua che si gonfia) fino alle convulsioni epilettiche. Gli si può misurare la pressione, applicare una flebo, iniettare un farmaco ed effettuare anche un accesso intra-osseo in una gamba. Sono i nuovi manichini-robot arrivati al Policlicnico Sant’Orsola di Bologna dove è stato inaugurato il nuovo centro di simulazione avanzata che serve per imparare a gestire le emergenze del pronto soccorso pediatrico, sempre più importanti!
Il manichino arrivato a Bologna è uno dei pochissimi che si trovano oggi in Italia e, a volere fortemente la creazione di questo centro di simulazione, è stato Filippo Bernardi, direttore dell’Unità operativa di Pediatria d’urgenza del Policlinico. Oltre a formare il personale del Policlinico, l’ambizione è quella di farne un punto di riferimento regionale, dove possano venire a formarsi anche operatori da altre realtà ospedaliere o dalle Scuole di medicina. Per quello che riguarda la simulazione, questa si svolge in una stanza apposita nella quale ci sono un letto ospedaliero e tutte le attrezzature mediche del caso, come se ci si trovasse in pronto soccorso. Il manichino come se si trattasse di un bimbo vero, reagisce alle manovre sanitarie e alle terapie che gli vengono applicate come succederebbe nella realtà.
Oltre alla stanza di simulazione e alla cabina di regia, il nuovo centro del Sant’Orsola comprende anche un’aula per le lezioni teoriche, in cui c’è un proiettore che rilancia le immagini della stanza di simulazione. “Questo centro è fondamentale per imparare le tecniche degli interventi d’urgenza, in cui è necessario un grande controllo. Il nostro pronto soccorso pediatrico conta 22.000 accessi all’anno e gli interventi più gravi, i ‘codici rossi’, per fortuna sono pochi, saranno l’1-2%”, afferma Bernardi, direttore dell’Unità operativa di Pediatria d’urgenza del Policlinico. “Proprio perchè sono pochi, però, è indispensabile mantenersi in allenamento e saper gestire queste situazioni nel modo migliore possibile. Negli Stati Uniti e in Europa le simulazioni si utilizzano da anni, qui in Italia è una metodologia che si sta diffondendo solo di recente”. Entusiasta della nuova struttura il direttore Cavalli: “E’ uno dei fiori all’occhiello del nostro Policlinico, che oltre a essere un grande ospedale in cui si fa assistenza è anche un importante centro universitario e di formazione”. Un centro di simulazione, prosegue Cavalli, “è fondamentale per imparare le tecniche dell’emergenza ma non solo per quello. Per imparare a lavorare bene insieme e in sintonia ci vuole una continua esercitazione. Io che ho passato 25 anni in pronto soccorso so bene quanto è importante saper gestire le emergenze con questo approccio”.