Il pianto nel lattante è un comportamento fisiologico. A 6-8 settimane il lattante piange in media 2-3 ore al giorno per cui, quando lo stesso piange, non pensiamo che il pianto possa dipendere da qualche altro tipo di problema legato al suo organismo!  Si parla di colica quanto il bambino piange per più di 3 ore al giorno per oltre 3 giorni. Secondo alcuni studi la prevalenza delle coliche nei lattanti varia dal 3% al 40%. In genere il pianto da colica:

  • si accentua intorno alla sesta-ottava settimana di vita del bambino;
  • peggiora la sera;
  • in genere dura almeno 3 ore per tre giorni alla settimana per tre settimane di seguito;
  • migliora dopo il terzo-quarto mese;
  • migliora con l’emissione di aria e di feci.

In caso di pianto del bambino occorre escludere altre cause come la fame, il reflusso, il sonno e l’allergia alle proteine del latte di mucca. Occorre quindi chiedere alla madre se il bambino ha vomito, diarrea, o se fa fatica ad alimentarsi. Il dolore da colica è provocato dalla rapida distensione della parete intestinale determinata dal passaggio di bolle d’aria. Le cause non sono note, sono state avanzate numerose ipotesi come:

  • fattori ambientali, per esempio l’ansia dei genitori;
  • possibili allergie o intolleranze al latte o ad altri cibi assunti dalla mamma;
  • l’eccessiva deglutizione d’aria, legata alla fame e alla non perfetta coordinazione della suzione.

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Secondo ricerche sperimentali recenti, una causa potrebbe essere la presenza, nei bambini con coliche, di una ambiente microbico alterato. Tale alterazione potrebbe determinare una disregolazione della funzione motoria intestinale e un aumento della produzione di gas, con la conseguente comparsa della colica. Per ridurre il dolore i rimedi non farmacologici sembrano più efficaci di quelli farmacologici. Tra i rimedi non farmacologici si consiglia di:

  • cullare il piccolo tenendolo in posizione prona sull’avambraccio così come massaggiare la parete addominale, tale rimedio può apportare un beneficio immediato, anche se temporaneo;
  • offrire al piccolo un ambiente familiare emotivamente stabile, senza eccessi d’ansia;
  • favorire l’emissione d’aria durante le pause della poppata.

Va segnalato che anche un’alimentazione eccessiva o troppo scarsa può favorire l’insorgenza di coliche. A volte anche la somministrazione di clisterini alla glicerina, facilitando l’evacuazione di feci e gas, può portare beneficio. Tuttavia, solo su indicazione del pediatra curante si potrà somministrare medicine o modificare la dieta. Se si sospetta che la colica sia una reazione allergica, si può consigliare alla mamma che allatta di provare a controllare l’alimentazione, evitando almeno per un periodo cioccolato e tutti gli alimenti che contengono caffeina (tè, caffè) oltre agli alimenti che potrebbero creare una reazione allergica. Non sembra invece giustificata dagli studi l’eliminazione di prodotti come legumi, broccoli, cavoli e tutte le verdure che aumentano la produzione di gas intestinale. È raro che i lattanti abbiano coliche gassose dopo il 3° mese di vita, per cui il disturbo si risolve spontaneamente dopo questo periodo. La gestione di un neonato che soffre di coliche può essere un evento particolarmente stressante per i genitori. Il fatto che le coliche insorgano soprattutto nelle ore del tardo pomeriggio può rendere loro più difficile contenere il bambino e tollerare il suo pianto, anche perché a fine giornata loro stessi possono essere particolarmente stanchi ed esausti. Può essere utile suggerire loro alcune modalità per contenere il pianto e come prendersi cura di se stessi, come per esempio:

  1. prendersi una pausa e chiedere all’altro genitore o a un parente o a un amico di tenere il bambino per un po’. Anche un’ora da sola può aiutare la mamma a riprendere un po’ di energia;
  2. assumere una dieta sana, evitando gli eccitanti e cercare di includere un po’ di attività fisica (anche una passeggiata con il proprio piccolo);
  3. se è possibile, dormire quando il bambino dorme, anche durante il giorno. Più si è riposati e più si è in grado di gestire il pianto;
  4. ricordare che il fenomeno delle coliche è temporaneo;
  5. se si è preoccupati perché il pianto è persistente, o diverso dal solito e non si risolve, mettersi in contatto con il pediatra per assicurarsi che sia tutto a posto e che non ci sia qualcosa di più serio.

 
 
Fonte: IPASVI

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