Negli ultimi anni numerose ricerche scientifiche stanno cercando di stabilire quale sia la sede migliore per effettuare un’iniezione intramuscolare e quali siano i rischi e i benefici associati ad ogni sede di iniezione. Le ricerche a riguardo sono davvero molte e, ancora oggi, molti cercano delle nuove prove di efficacia.
 
L’iniezione intramuscolare, come tutte le altre tecniche infermieristiche, deve essere eseguita nel pieno rispetto della procedura e con le adeguate cautele, così da assicurare una somministrazione del farmaco corretta e ridurre il rischio di complicanze. Prima di procedere con l’iniezione intramuscolare quindi è necessario fare alcune valutazioni per poter stabilire la sede di iniezione e la tecnica da preferire.

Occorre valutare:

  • il volume di farmaco da somministrare
  • il tipo di farmaco da somministrare;
  • l’età del paziente;
  • la struttura fisica;
  • lo stato di salute generale.

In letteratura sono descritte 5 sedi nelle quali eseguire preferibilmente l’iniezione:

  • deltoide, insieme al muscolo ventrogluteale è una delle sedi da preferire ma a causa delle piccole dimensioni, il volume e il numero delle iniezioni che possono esservi somministrate deve essere limitato;
  • ventrogluteale è facilmente accessibile per la maggior parte dei pazienti ed è localizzabile posando la mano opposta (per esempio mano destra per il fianco sinistro) sul grande trocantere del paziente. La sede di iniezione è definita dall’area triangolare delimitata tra l’indice, posto sulla spina iliaca antero-superiore, e il dito medio divaricato verso la cresta iliaca ma al di sotto di essa. Questa sede assicura il massimo spessore del muscolo gluteale (costituito sia dal gluteo medio sia dal gluteo minore), è libera da nervi penetranti e da vasi sanguigni e ha un più stretto spessore di strato grasso che non la zona dorsogluteale. Secondo le prove di letteratura la sede ventrogluteale sarebbe da preferire per tutte le età;
  • dorsogluteale: è la sede con il maggiore rischio di complicanze a causa della presenza di grossi nervi e vasi sanguigni. L’Organizzazione Mondiale della sanità non raccomanda la sede dorsogluteale per le somministrazioni di routine;
  • vasto laterale: è una sede di facile accesso e con basso rischio di complicanze perché non sono presenti grossi vasi o strutture nervose;
  • rettofemorale: l’iniezione praticata in questa sede è molto dolorosa non è quindi una sede raccomandata di routine.

Dosi massime somministrabili

Le iniezioni in un grande gruppo muscolare non dovrebbero eccedere i 5 ml negli adulti. In sede ventrogluteale possono essere iniettati da 2 a 5 ml, in sede dorsogluteale 4 ml, in sede vastofemorale e rettofemorale 5 ml. Nei bambini, nei giovani, nelle persone con scarso sviluppo o atrofia muscolare da allettamento, la quantità massima somministrabile è proporzionalmente inferiore. Si consiglia di scegliere sempre la siringa più piccola possibile, per somministrare volumi inferiori a 0,5 ml si dovrebbero utilizzare siringhe da insulina.

La lunghezza dell’ago deve essere sufficiente per raggiungere il muscolo e può variare da persona a persona. Per i pazienti di costituzione esile è sufficiente un ago lungo circa 2,5 cm, mentre per i pazienti obesi possono essere necessari aghi fino a 10-15 cm. In generale vengono utilizzati aghi da 3,8 cm negli adulti e da 2,5 cm nei bambini. Prima di procedere all’iniezione vera e propria occorre detergere la sede di iniezione con alcol o altri antisettici (clorexidina).

Tale operazione riduce la carica batterica ma non è in grado di prevenire infezioni della sede di iniezione.

Tecniche di iniezione

Le principali tecniche di iniezione sono:
tecnica standard: consiste nello stendere la cute sopra la sede dell’iniezione tra le dita della mano non dominante e nell’introduzione dell’ago a 90° utilizzando un rapido movimento tipo dardo, per minimizzare il dolore. Questa tecnica non è più raccomandata perché comporta il rischio di fuoriuscita del farmaco lungo il tratto dell’ago e nel tessuto sottocutaneo;
tecnica del tratto Z: con la mano non dominante si deve tendere la cute di 3-4 cm da un lato o verso il basso rispetto alla sede di iniezione e poi inserire l’ago a 90° con un rapido movimento tipo dardo. La cute viene poi rilasciata e torna nella posizione normale. In questo modo si crea un percorso non lineare che impedisce al liquido di risalire verso il tessuto sottocutaneo. La tecnica del tratto Z può essere utilizzata in qualsiasi gruppo muscolare appropriato che sia dotato di un tessuto soprastante dislocabile di almeno 2,5 cm. Gli studi più recenti raccomandano di preferire la tecnica a Z.
 
La velocità di iniezione dovrebbe essere di circa 10 secondi per millilitro di soluzione.
 
Secondo gli studi l’aspirazione dopo l’inserimento dell’ago per verificare che non vi sia sangue nell’aspirato non è una pratica raccomandata. Lo era per la sede dorsogluteale (per il passaggio dell’arteria glutea), che però non è più raccomandata. 

Si raccomanda di non massaggiare la sede dopo l’iniezione perché si può favorire la risalita del farmaco verso il tessuto sottocutaneo.
 
L’ago deve essere estratto velocemente dopo aver completato l’iniezione e deve essere applicata una pressione nel punto sanguinante.

L’esecuzione non corretta di una iniezione intramuscolare può causare conseguenze rilevanti come:

  • emorragia nei soggetti con disturbi della coagulazione;
  • dolore;
  • infiammazione del nervo sciatico;
  • infezioni.

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